Secondo le indicazioni date da Steiner le 13 Notti Sante vanno dal 24 dicembre – notte di Natale – al 6 gennaio – Epifania.

Sono in realtà 12 +1 e rappresentano un concetto che si colloca tra i due anni: uno “spazio” dell’Essere o di coscienza o, ancora, di vita che dimora libero sotto le leggi abituali del cosmo. E’ un periodo molto particolare nel quale l’interiorizzazione della coscienza, l’intimità del cuore, giungono alla più grande forza e chiarezza.

Queste sono le notti in cui la Terra si avvicina di più al Sole, cioè è più vicina alla fonte di luce, calore, sapienza. La Terra (in cui noi risediamo) ha un rapporto privilegiato con la sua “stella”. Sono le ultime sei notti di un ciclo che sta finendo e le prime sei di quello che sta iniziando. Questo periodo colmo di energia ci da la possibilità di avvicinarci in modo sottile al mondo spirituale.

Pensaci bene, come ti senti generalmente in questo periodo dell’anno?

Le 12 notti sante sono simboli per 12 forze dell’anima che vivono in noi. In queste notti, le più buie dell’anno, siamo più vicini allo spirito del sole e questo significa che il sole spirituale, splendente all’interno della terra, illumina tutto dal profondo.

È suggerito affrontare queste Sante Notti svegli e molto consapevoli perché è durante la loro esperienza che poniamo i semi per i prossimi 12 mesi. Simili a due maestose colonne si elevano nel Tempio dell’anno le due feste invernali Natale-Epifania che stanno ad indicare la nascita dell’uomo e la nascita di Dio nella sfera terrestre, la nascita dell’uomo originario Gesù e la successiva nascita del Figlio Divino stesso, il Cristo. Fra queste due feste, simili ad una possente scala cosmica, si estendono le dodici Notti Sante come dodici gradini ascendenti della coscienza universale, che uniscono l’umanità alla sfera della più alta spiritualità cosmica. La 13° notte determina tutto l’anno.

Iniziamo dalla prima:

 

✨ 24-25 dicembre, 1° notte santa: determina il mese di gennaio del nuovo anno,  legata al capricorno, la notte oscura dell’anima.

Simbolo: la Stalla di Betlemme, nella cui umiltà e povertà è nata la Luce del Mondo. La Voce del Silenzio penetra l’anima e insegna ad affermare con gioia il bene in noi e negli altri.

Meditiamo sul livello dell’umiltà e addormentiamoci con il desiderio dello sviluppo dell’UMILTA’ in noi.

 

✨ 25-26 dicembre, 2° notte santa: determina il mese di febbraio del nuovo anno, legata all’acquario, rappresenta la “stretta via di mezzo”.

Simbolo: notte di Giovanni. L’ ”aquila” dell’anima volteggia in alto sulle sue ali, guardando indietro da una grande altezza e osserva la propria vita. Ora l’uomo riconosce le leggi del Karma.

Portiamo l’Umiltà nella nostra giornata e la sera meditiamo sull’ ACCETTAZIONE del Destino, essere consci che ci affidiamo al divino.

 

✨ 26-27 dicembre, 3° notte santa: determina il mese di marzo del nuovo anno, legata ai pesci.

Simbolo: seguono le 3 Notti del Giglio Bianco.

L’anima comincia coscientemente a purificare il corpo terreno. Viviamo la nostra giornata con la FIDUCIA nel destino e la sera meditiamo sul mantenerci saldi verso gli ideali., sviluppiamo la DETERMINAZIONE.

 

✨ 27-28 dicembre, 4° notte santa: determina il mese di aprile del nuovo anno, legata all’ariete.

Simbolo: il lavoro interiore su noi stessi serve il benessere di tutti.

Manteniamoci saldi sui nostri ideali nella giornata e meditiamo la sera sul cercare di non farci ingannare dalla materia, sviluppiamo LUCIDITA’ e DISCERNIMENTO.

 

✨ 28-29 dicembre, 5° notte santa: determina il mese di maggio del nuovo anno, legata al toro.

Simbolo: convertire le “colombe nere” del pensiero in “colombe bianche”, perché il nostro pensiero può essere paragonato a una colombaia, se non viene curato con disciplina. Dobbiamo trasformarla in un tempio purificato.

Durante il giorno manteniamo la disillusione dalle cose materiali e meditiamo la sera sulla TRASFORMAZIONE del POSITIVO dell’anima, del corpo astrale, il dominio delle brame della passione.

 

✨ 29-30 dicembre, 6° notte santa: determina il mese di giugno del nuovo anno, legato ai gemelli.

Simbolo: si susseguono le 3 Notti della Spada. La Notte di Pietro. Notte della Consacrazione della Spada. Ognuno di noi deve forgiare da sé la propria spada di discernimento.

Cerchiamo di dominare le brame della passione durante il giorno e meditiamo sulla TRASFORMAZIONE del nostro TEMPERAMENTO, come se le nostre inclinazioni volgessero in meglio.

 

✨ 30-31 dicembre, 7° notte santa: determina il mese di luglio del nuovo anno, legata al cancro.

Simbolo: il serpente all’elsa della spada, la saggezza.

Agiamo nella giornata ponendo attenzione al miglioramento del nostro temperamento e meditiamo sulla TRASFORMAZIONE della SAGGEZZA operante, ossia sul riconoscere che ovunque è insito un disegno saggio e divino.

 

✨ 31-1 gennaio, 8° notte santa: determina il mese di agosto del nuovo anno, legato al leone.

Il momento detto “del silenzio più profondo”, fine e inizio dell’anno terrestre.

Simbolo: la croce sull’elsa della Spada.

La Notte della trasformazione del corpo fisico: SCEGLIAMO UN DESIDERIO PARTICOLARE DA CONSEGNARE AL NUOVO ANNO che si realizzi nell’anno per il proprio bene e quello di tutti.

 

✨ 1-2 gennaio, 9° notte santa: determina il mese di settembre del nuovo anno, legato alla vergine.

Simbolo: si susseguono le 3 Notti della Corona.

Meditiamo sul CORAGGIO del SACRIFICARSI e il senso di volersi PORRE AL SERVIZIO.

 

✨ 2-3 gennaio, 10° notte santa: determina il mese di ottobre del nuovo anno, legato alla bilancia.

Simbolo: la notte, in cui dal servire (e dal darsi) si sviluppa e cresce il più grande Sacrificio.

Meditiamo sull’ ARMONIA dentro noi stessi e verso gli altri.

 

✨ 3-4 gennaio, 11° notte santa: determina il mese di novembre del nuovo anno, legata allo scorpione.

Simbolo: la lotta con il Guardiano della Soglia.

Meditiamo sul senso della LIBERTA’ collegata con l’AMORE ossia su come realizzare un amore come atto libero e leale.

 

✨ 4-5 gennaio, 12° notte santa: determina il mese di dicembre del nuovo anno, legata al  sagittario.

Simbolo: si depone la Corona ottenuta ai piedi del Divino perché, se siamo stati noi combattendo a conquistare la Corona, è stata però la Grazia della legge divina a concedercela.

Meditiamo sulla PERSEVERANZA ossia continuare negli intenti già meditati.

 

✨ 5-6 gennaio, 13° notte santa: determina tutto l’anno.

Simbolo: le 12 Notti Sante sono importanti per la vita e il destino di tutto l’anno. Possono piantare un seme di Buona Volontà.

Avvertiamo la PRESENZA DEL DIVINO in noi  e percepiamo di essere portatori di un impulso che può farci sentire immortali, figli di Dio.

Questo periodo è come uno specchio che il cosmo porge all’uomo che vi vede riflesso il suo passato e il suo avvenire.

Per questa ragione è particolarmente propizio all’osservazione del presente, alla visione retrospettiva (bilancio dell’anno trascorso) e ad una visione prospettica (preparazione di ciò che accadrà nei prossimi 12 mesi).

 

COSA FARE OGNI GIORNO

In un quaderno dedicato, o nel diario che utilizzi solitamente, annota:

Il Presente

Annota in poche righe i sogni, le immagini, le ispirazioni, le idee nuove che ti sono venute, l’ambiente della giornata trascorsa, l’avvenimento importante, gli incontri interessanti ed eventualmente che cosa accade intorno a te e anche nel mondo.

Il Passato

Ritrova l’avvenimento importante, l’ambiente, gli incontri, gli impulsi di ognuno dei due mesi dell’anno passato corrispondenti a questo giorno, e anche quali avvenimenti accadevano in questi due mesi intorno a te o nel mondo.

L’Avvenire

Cerca le risonanze, i legami possibili tra ciò che è accaduto nella giornata (presente) e quello che hai trovato nel passato che gli corrisponde.

Questo lavoro delle notti sante può essere fatto da solo o con qualcuno o anche in un piccolo gruppo. L’importante sono la regolarità e la perseveranza.

Ti suggerisco di conservare tutto ciò in un quaderno o in un’agenda, troverai così la traccia di questo lavoro quando lo vorrai riprendere nel corso dell’anno e ne sarai colpito di averlo sottomano quando il periodo delle Notti Sante ritornerà. L’essenziale è che una giornata non passi senza che ti sia preso almeno un piccolo spazio di tempo per il bilancio, le risonanze, la concentrazione.

Considera che in queste 12 notti e giorni, nel profondo dell’inverno, stai compiendo un lavoro che potrà, poi, portarti forze per tutto l’anno che sta per iniziare o che è appena iniziato.

Questo lavoro é una presa di coscienza dei legami segreti tra gli avvenimenti, una visualizzazione della rete di forze che attraversa l’organismo del tempo.

 

Con affetto

E.

In un altro articolo, che trovate qui, vi ho parlato dell’accompagnamento alla fine della vita secondo il rito tibetano, una pratica antica utilizzata con le persone. Quello di cui voglio parlare oggi è lo stesso metodo applicato agli animali.

Secondo i tibetani – e oggi la scienza lo conferma – ogni animale è un essere senziente, con una coscienza e la capacità di provare emozioni. So che vi starete chiedendo come è possibile che un moscerino abbia una piccola coscienza? Ebbene sì, anche il moscerino ce l’ha e – permettetemi di dire che – noi esseri umani ci sentiamo i più evoluti al mondo ma l’evoluzione è personale e non abbiamo il diritto di giudicare chi è meglio o peggio di noi.

Quello che posso confermare è di aver sperimentato l’accompagnamento alla fine della vita del mio gatto Santiago ed è stata un’esperienza illuminante e magica.

Gli animali hanno una sensibilità ed un’empatia che noi esseri umani abbiamo solo in casi di estrema necessità o in prossimità della morte. Gli animali sono, invece, sempre vigili, sensibili, con ampia capacità di percepire le sensazioni circostanti, le vibrazioni di pericolo, di paura, di rilassatezza, di protezione. Tutti gli animali sono in grado di percepire le nostre vibrazioni, anche quelli che definite “tonti”, “insignificanti”, “approfittatori”, “aggressivi”; probabilmente vi stanno solo mostrando una parte della vostra personalità, visto che non possiamo vedere negli altri le caratteristiche che non abbiamo in noi stessi, ma questo è un altro tema!

L’argomento di oggi è che possiamo accompagnare alla morte i nostri amici animali, come si fa con le persone. Ed esiste un procedimento per riconoscere le varie fasi e, soprattutto, per assisterli senza stressarli. Parlo di stress perché spesso, senza rendercene conto, li sottoponiamo a processi di cui non hanno bisogno, che sono la proiezione delle nostre debolezze, paure e rigidità.

Ad esempio, gli animali non temono la morte ma hanno paura – come noi – della sofferenza.

Che cosa è la sofferenza? E’ una condizione di dolore fisico o emozionale. Mentre noi esseri umani li sperimentiamo entrambi, gli animali temono il dolore fisico e, invece, subiscono le vibrazioni negative del nostro dolore emozionale.

Dunque, è importante avvicinarsi all’animale morente con dolcezza e seguire il suo sentire, non il nostro. Se ci apriamo e lasciamo stare le nostre proiezioni l’animale ci guiderà ed esprimerà come vuole essere aiutato. A volte serve molto di più la consapevole presenza che tanto movimento.

 

DIVENIAMO CONSAPEVOLI DI COSA CREA IN NOI LA MALATTIA DEL NOSTRO AMICO ANIMALE

I nostri amici animali sono insegnanti fino all’ultimo giorno e ci mettono di fronte a tutte le nostre debolezze e rigidità. Quando stanno male e non abbiamo idea di come aiutarli potremmo entrare in panico, ma esiste anche la capacità di accompagnarli, entrando in uno stato di empatia con loro. Non solo, dobbiamo divenire consapevoli dell’impermanenza della vita e dell’interdipendenza tra gli esseri viventi.

Chiedetevi: che cosa mi fa stare veramente male? Perché mi sento così….?

E’ fondamentale sviluppare la capacità di mantenere uno stato di pace interiore che può essere d’aiuto all’animale stesso. Spesso si racconta di animali che vanno a “morire lontano”. Sapete il motivo? Non vogliono percepire, in punto di morte, le vibrazioni di sofferenza delle persone che hanno intorno. Dunque, come per gli esseri umani, è importante creare la giusta atmosfera per facilitare il passaggio alla morte senza turbarli.

Un’altro tema che richiede attenzione è l’eutanasia, una pratica da evitare. Allevia la nostra sofferenza e ci fa sentire più leggeri pensando di aver fatto del bene all’animale. Sbagliato, abbiamo fatto del bene al nostro ego e alle nostre questioni non risolte. L’eutanasia è utilizzata in troppi casi per risolvere velocemente questioni difficili, ma vi assicuro che conosco casi raccontati da veterinari “illuminati” che non la praticano in cui, evitando la morte programmata, gli animali sono migliorati e hanno vissuto a lungo.

Mi dispiace dire che l’eutanasia è un procedimento insegnato “all’università”, per prassi, ma si viene meno all’ascolto dei nostri animali. Può essere evitata. Si possono accompagnare alla morte i nostri animali con cure palliative, che molti veterinari approvano. Vi assicuro che è un’esperienza di crescita interiore e spirituale che vi ricorderete a vita.

Il mio gatto Santiago stava malissimo e il veterinario mi aveva proposto l’eutanasia. Io ho scelto l’accompagnamento consapevole alla morte, chiedendo fino all’ultimo giorno antidolorifici e antinfiammatori per non fargli provare dolore.

L’unico dolore era il mio, nel vederlo in una condizione che mi faceva star male, ma non ho scelto di evitare il mio dolore con la sua morte programmata. Ho scelto di seguire il suo cammino, seppur con frustrazione e sentendomi per molti versi incapace di aiutarlo, e di accompagnarlo alla sua fine seguendo i suoi gesti e le sue richieste implicite. E questo perseverare ha guarito anche me.

Santiago ha lasciato il corpo sdraiato vicino a me, quando l’ho accompagnato con dolcezza e dopo averlo ringraziato per essere stato il grande amico che è stato. Mi ha ringraziato con le fusa fino all’ultimo respiro. Apparentemente soffriva, ma le fusa era il suo modo per dirmi che stava bene in quella situazione. Ho ascoltato lui ed ho messo da parte le mie paure e i miei pregiudizi sulla morte.

Questo è possibile farlo con qualsiasi animale, convenzionale e non, domestico o selvatico, grande o piccolo come un pesce. Credetemi!

Esiste un procedimento preciso per capire in che fase di dissolvimento fisico è il corpo e una meditazione, che trovate qui sopra, che potete eseguire negli ultimi giorni e nelle settimane successive alla morte.

Metto a disposizione il mio sapere gratuitamente per accompagnare gli animali alla fine della vita, per avere chiaro come comportarvi e seguirli senza traumatizzarli. Compatibilmente ai miei impegni vi aiuterò.

Mentre se avete bisogno di elaborare il lutto della loro scomparsa nella vostra vita, che è potente proprio come quello di una persona, scrivetemi privatamente per un percorso.

Con affetto

E.

 

 

 

Pensate alla morte come ad un punto di confine della mente, in cui termina la nostra “confort zone”, uno spazio di mezzo in cui, se non abbiamo compreso il senso illusorio del corpo e dell’effimero materiale, potremmo soffrire molto; ma, allo stesso tempo, abbiamo la possibilità di lasciare i limiti materiali per sperimentare la libertà assoluta.

Se arriviamo con tale consapevolezza all’ultimo giorno di vita, la morte sarà un piacevole passaggio. Non solo per noi, ma anche per chi ci sta intorno. Rovesciando la medaglia, la nostra consapevolezza può aiutare chi sta lasciando questa vita a farlo con serenità.

Il primo lavoro è su noi stessi, dobbiamo essere convinti che il passaggio a nuova vita sia una liberazione, solo così saremo in grado di aiutare qualcun altro. Questo non significa non provare dolore, ma viverlo diversamente, senza appesantire il morente.

Nel momento che precede la morte la persona tende a lasciar andare, a liberarsi dalle tensioni della vita, a diventare più empatica e ricettiva, ciò che conta è lo stato mentale che ha. Perché? Perché è un buon momento per trasformare il nostro cuore e il nostro karma negativo. Visto in questo modo potete capire quanto è importante seguire qualcuno che sta morendo, non con dolore, ma con presenza, accoglienza, ascolto. Non esistiamo più noi e i nostri sentimenti, ma l’altro e quello che sta sperimentando. L’atmosfera che circonda il morente è di fondamentale importanza perché influisce sui suoi ultimi pensieri e dobbiamo fare il possibile per rendere il passaggio leggero, così saremo più leggeri anche noi. Dobbiamo focalizzarci su amore, compassione, invocazione, preghiera e fiducia, senza proiettare sul morente le nostre aspettative, paure, insicurezze, modi di agire. Il morente non ha bisogno di molte azioni, ha bisogno della nostra silenziosa e accogliente presenza.

Dunque, ognuno di noi può intervenire creando la giusta atmosfera e dando un aiuto spirituale, è un momento di evoluzione per il morente come per noi stessi, che abbiamo la possibilità di “vedere oltre”, far fluire il perdono e l’amore incondizionato. Se non sapete cosa fare e vi sentite in difficoltà invocate l’aiuto dei maestri, del Buddha, del divino, degli angeli, di chiunque voi crediate.

Lo stato mentale nel momento della morte è importante – secondo i tibetani – e influisce anche sulla nuova rinascita. Dobbiamo fare il possibile per essere d’aiuto affinché il passaggio avvenga in modo positivo.

Una delle pratiche tibetane per favorire il passaggio alla morte è il Powha, che significa “trasferimento di coscienza”, una meditazione alla portata di chiunque voglia esercitarla vicino alla persona che sta lasciando il corpo oppure anche a distanza. Consiste nel fondere la nostra coscienza con la saggezza universale, in piena fiducia, per poi trasmetterla alla persona. Si invoca la presenza del Buddha – visto che è una pratica buddhista – che rappresenta il divino. Immaginate luce benefica sopra la persona per accompagnarla.

Segui la meditazione per l’accompagnamento alla fine della vita sul video qui sopra, quando avrai preso coscienza di come si pratica potrai ripeterla senza il video guida, attraverso la tua consapevolezza interiore.

A volte è difficile restare razionali nel momento in cui vediamo qualcuno caro morire, il punto non è di fingere che vada tutto bene, nè negare il nostro dolore, anzi possiamo condividerlo,  è proprio la condivisione che ci farà sentire più leggeri, anche con il morente stesso. Lasciamo andare, liberiamoci dagli schemi di una vita. Anche salutarsi è una pratica da esercitare, ciò che conta è che sia fatto prima dell’ultimo respiro, perché in quel momento la coscienza del morente è vulnerabile e pronta al cambiamento di stato, meglio accennare un sorriso e tentare di entrare in uno stato di rilassamento.

E’ importante affidarci al potere della preghiera, non legata alla religione, ma alla devozione, all’invocazione di esseri celesti e superiori che favoriranno il passaggio. La preghiera non è legata al dolore che nella cultura cristiana si vive nel letto del morente. La preghiera è luce, è colorata, è un’opportunità ed è allegria. Imprimetevi questo nel cervello!

Siamo venuti in questo mondo duale a sperimentare la bellezza e il dolore, la vita e la morte, nessuno può sottrarsi a questo ciclo e prenderne coscienza ci aiuta a vivere con più presenza e consapevolezza, a elaborare il lutto e la perdita di qualcuno caro, a lasciar andare i sensi di colpa per le cose non dette o, al contrario, per quelle parole che potevano essere evitate.

Se senti che non hai ancora elaborato un lutto posso aiutarti a farlo, scrivimi privatamente.

Con affetto

Eleonora

 

 

Molte persone mi chiedono in che cosa consiste ricaricare le pietre e i cristalli durante le notti di luna piena. Partiamo dal presupposto che le pietre sono oggetti con delle energie specifiche che proteggono e per questo motivo hanno bisogno di essere purificate e ricaricate. La luce della luna piena ha le qualità per permettere questo processo. Continua a leggere