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Pensate alla morte come ad un punto di confine della mente, in cui termina la nostra “confort zone”, uno spazio di mezzo in cui, se non abbiamo compreso il senso illusorio del corpo e dell’effimero materiale, potremmo soffrire molto; ma, allo stesso tempo, abbiamo la possibilità di lasciare i limiti materiali per sperimentare la libertà assoluta.

Se arriviamo con tale consapevolezza all’ultimo giorno di vita, la morte sarà un piacevole passaggio. Non solo per noi, ma anche per chi ci sta intorno. Rovesciando la medaglia, la nostra consapevolezza può aiutare chi sta lasciando questa vita a farlo con serenità.

Il primo lavoro è su noi stessi, dobbiamo essere convinti che il passaggio a nuova vita sia una liberazione, solo così saremo in grado di aiutare qualcun altro. Questo non significa non provare dolore, ma viverlo diversamente, senza appesantire il morente.

Nel momento che precede la morte la persona tende a lasciar andare, a liberarsi dalle tensioni della vita, a diventare più empatica e ricettiva, ciò che conta è lo stato mentale che ha. Perché? Perché è un buon momento per trasformare il nostro cuore e il nostro karma negativo. Visto in questo modo potete capire quanto è importante seguire qualcuno che sta morendo, non con dolore, ma con presenza, accoglienza, ascolto. Non esistiamo più noi e i nostri sentimenti, ma l’altro e quello che sta sperimentando. L’atmosfera che circonda il morente è di fondamentale importanza perché influisce sui suoi ultimi pensieri e dobbiamo fare il possibile per rendere il passaggio leggero, così saremo più leggeri anche noi. Dobbiamo focalizzarci su amore, compassione, invocazione, preghiera e fiducia, senza proiettare sul morente le nostre aspettative, paure, insicurezze, modi di agire. Il morente non ha bisogno di molte azioni, ha bisogno della nostra silenziosa e accogliente presenza.

Dunque, ognuno di noi può intervenire creando la giusta atmosfera e dando un aiuto spirituale, è un momento di evoluzione per il morente come per noi stessi, che abbiamo la possibilità di “vedere oltre”, far fluire il perdono e l’amore incondizionato. Se non sapete cosa fare e vi sentite in difficoltà invocate l’aiuto dei maestri, del Buddha, del divino, degli angeli, di chiunque voi crediate.

Lo stato mentale nel momento della morte è importante – secondo i tibetani – e influisce anche sulla nuova rinascita. Dobbiamo fare il possibile per essere d’aiuto affinché il passaggio avvenga in modo positivo.

Una delle pratiche tibetane per favorire il passaggio alla morte è il Powha, che significa “trasferimento di coscienza”, una meditazione alla portata di chiunque voglia esercitarla vicino alla persona che sta lasciando il corpo oppure anche a distanza. Consiste nel fondere la nostra coscienza con la saggezza universale, in piena fiducia, per poi trasmetterla alla persona. Si invoca la presenza del Buddha – visto che è una pratica buddhista – che rappresenta il divino. Immaginate luce benefica sopra la persona per accompagnarla.

Segui la meditazione per l’accompagnamento alla fine della vita sul video qui sopra, quando avrai preso coscienza di come si pratica potrai ripeterla senza il video guida, attraverso la tua consapevolezza interiore.

A volte è difficile restare razionali nel momento in cui vediamo qualcuno caro morire, il punto non è di fingere che vada tutto bene, nè negare il nostro dolore, anzi possiamo condividerlo,  è proprio la condivisione che ci farà sentire più leggeri, anche con il morente stesso. Lasciamo andare, liberiamoci dagli schemi di una vita. Anche salutarsi è una pratica da esercitare, ciò che conta è che sia fatto prima dell’ultimo respiro, perché in quel momento la coscienza del morente è vulnerabile e pronta al cambiamento di stato, meglio accennare un sorriso e tentare di entrare in uno stato di rilassamento.

E’ importante affidarci al potere della preghiera, non legata alla religione, ma alla devozione, all’invocazione di esseri celesti e superiori che favoriranno il passaggio. La preghiera non è legata al dolore che nella cultura cristiana si vive nel letto del morente. La preghiera è luce, è colorata, è un’opportunità ed è allegria. Imprimetevi questo nel cervello!

Siamo venuti in questo mondo duale a sperimentare la bellezza e il dolore, la vita e la morte, nessuno può sottrarsi a questo ciclo e prenderne coscienza ci aiuta a vivere con più presenza e consapevolezza, a elaborare il lutto e la perdita di qualcuno caro, a lasciar andare i sensi di colpa per le cose non dette o, al contrario, per quelle parole che potevano essere evitate.

Se senti che non hai ancora elaborato un lutto posso aiutarti a farlo, scrivimi privatamente.

Con affetto

Eleonora

 

 

Dopo molti anni di pratica yoga, l’approccio a varie tradizioni, culture diverse e l’esperienza nell’ambito del cuonseling ho appreso che non è possibile guarire un dolore fisico se non si agisce sulle emozioni e, al contrario, tutte le emozioni che non riconosciamo e non curiamo creeranno nel nostro corpo fisico un sintomo, che si trasformerà in dolore… che si trasformerà in malattia… che si trasformerà in qualcosa di più grave.

Dunque, è fondamentale imparare ad ascoltarsi e non tralasciare i messaggi del nostro corpo.

Riporto di seguito alcuni casi che mi sono capitati.

 

DOLORE ALLA SCHIENA

La schiena rappresenta il supporto, il sostegno e il modo in cui ci poniamo nella vita. E’ suddivisa in cinque zone vertebrali, ognuna delle quali ha il suo significato specifico ma, in generale, il dolore rappresenta uno stato di ansia o rabbia per qualcosa che ci sta a cuore, come un sostegno affettivo o finanziario o un sovraccarico lavorativo. Tutte le preoccupazioni si appoggiano come uno zainetto sulla nostra schiena! Prova a chiederti: Vivo uno stato di ansia o preoccupazione per qualcosa? Che cosa mi sta pesando?

EMICRANIA

Spesso questo dolore è legato ad una o più situazioni emotive vissute in passato in cui ci siamo sentiti limitati, costretti o minacciati. Così ogni volta che ci sentiamo “non liberi” o facciamo qualcosa contro voglia il rifiuto interiore si manifesta con un intenso dolore che colpisce principalmente un lato della testa. Prova a chiederti: Cosa c’è che mi risveglia il timore di non essere libero? In cosa mi sento costretto?

CERVICALE

La zona cervicale della colonna vertebrale è un collegamento tra testa e resto del corpo e rappresenta la nostra capacità di prendere decisioni, fare delle scelte, essere osservatori attenti di una determinata situazione, che può destabilizzare e dare anche giramenti di testa. Prova a chiederti: Ho paura di non prendere una decisione giusta? Qual’è la situazione che non voglio vedere? Cos’è che non sto riconoscendo?

MAL DI STOMACO

Lo stomaco è il posto in cui avviene la digestione e rappresenta la nostra capacità di accettazione. Quando non “digeriamo” una determinata situazione o rifiutiamo quello che stiamo vivendo abbiamo dolori, vomito, bruciori, intolleranze alimentari.  Possono essere idee o punti di vista che apparentemente sembrano innocui. Prova a chiederti: Cosa c’è che mi rimane nello stomaco? Quale situazione non riesco a digerire? Che nome ha questa emozione?

DOLORE ALLE GINOCCHIA

Il ginocchio è un’articolazione che ci permette di piegarci e chinarci, rappresenta la nostra capacità di sottomissione e umiltà. E’ una mancanza di flessibilità perché si ritiene di aver ragione o potrebbe essere anche un’imposizione verso noi stessi. Prova a chiederti: Ho difficoltà ad osservare le osservazioni degli altri? Mi sto imponendo qualcosa che, sotto sotto, vorrei si realizzasse diversamente?

FIBROMIALGIA

E’ una sindrome – sempre più comune – che provoca dolori muscolari e scheletrici su tutto il corpo che costringono a rallentare. E’ legata ad un senso di svalutazione dei confronti degli sforzi effettuati per essere accettati e compresi, insieme a sensi di colpa per non essere in grado di farsi capire. Prova a chiederti: Mi sento incompreso? Sento che non arriverò mai a farmi capire dalle persone importanti per me?

DOLORE ALLE SPALLE

Le spalle sono la parte specifica del corpo in cui si portano pesi e rappresentano la nostra capacità di prenderci le responsabilità: le così dette “spalle grosse”. A volte ci sono situazioni che sono troppo pesanti da sostenere e questo può causare dolore alle spalle, come anche un incurvamento delle stesse. Prova a chiederti: Ci sono situazioni pesanti che faccio fatica a sostenere? C’è una particolare situazione che proprio non sopporto e mi pesa?

FASTIDIO ALLE ORECCHIE

Le orecchie sono i nostri ricevitori, rappresentano il modo di ricevere e l’apertura verso l’esterno. I sintomi possono essere vari (dolore, udito, cerume, acufeni..) e di conseguenza anche le sfumature emozionali che si nascondo dietro, ma una domanda che puoi farti è: C’è qualcosa che non voglio più ascoltare?

DOLORE AL PETTO

Il petto rappresenta la zona del chakra del cuore e del cuore stesso, quando ti senti ferito, deluso, non amato o abbandonato questa parte prova dolore. Una forte delusione può indebolire il petto, se non ti accetti come sei e non ti vuoi bene il cuore ne risente. Prova a chiederti: Mi sento ferito da qualcuno? Mi voglio abbastanza bene?

 

Questi sono alcuni esempi frequenti, ma è evidente che ogni caso è a sé e ogni persona ha la sua storia da raccontare. Ciò che conta è ascoltarti e analizzare quello che ti ti turba per sciogliere il nodo e l’emozione, questo ti portarà grande sollievo e, in poco tempo, ti condurrà alla guarigione psico-fisica.

Un esercizio che puoi fare per sentirti meglio è fermarti e respirare profondamente per qualche minuto portando l’attenzione al punto in cui provi dolore e immaginando di guarire. Segui l’audio guidato che trovi qui sopra.

Se, invece, ritieni di aver bisogno di una guida contattami privatamente.

E.

Il counseling è un’ incontro.

Il counseling è ascolto.

Il counseling è una possibilità di riuscire a capirti.

Il counseling è un intervento per aiutare a gestire i pensieri e le emozioni autolimitanti, per il tuo benessere psico-fisico, utilizzando le tue risorse personali. Come?

Spesso anche il corpo parla e generalmente ad ogni sintomo corrisponde uno stato emozionale, dunque è buona abitudine lavorare in entrambe le direzioni, perchè se non curiamo il nostro dolore interiore non cureremo nemmeno il corpo, e viceversa.

Non possiamo guarire il corpo senza considerare la mente, i nostri pensieri e i nostri blocchi emotivi. Al contrario, stando bene interiormente il corpo sarà sano.

Comunicare, sentirsi ascoltati, lasciar andare con qualcuno esterno, neutrale, quello che si prova è il primo passo verso una soluzione, una guarigione interiore.

Quindi nelle consulenze individuali lo scopo è quello di accompagnarti a prendere consapevolezza di ciò che vuoi cambiare nella tua vita per stare meglio.  E’ un lavoro strettamente personale, io non ho responsi, non conosco le risposte per la vita altrui, però posso accompagnarti attraverso varie tecniche che ho appreso in tanti anni di studi ed esperienza fatta su me stessa.

Se ti senti bloccato, se provi confusione mentale, se hai subito una divisione, se devi fare una scelta, se stai attraversando qualsiasi crisi interiore posso aiutarti a vederci meglio. E sai perchè? Perchè oltre a tanti anni di studi nel settore io sono in cammino proprio come te ed ho attraversato molte volte la “buia notte dell’anima”, che ci obbliga a prestare attenzione a come il cambiamento sia necessario nella nostra vita.

Per me l’inizio del cambiamento è stato lo yoga… percorso dal quale si sono aperti tanti altri cammini e conoscenze… per te vedremo, sicuramente apprendere alcune tecniche di respirazione consapevole è un aiuto notevole.

Per ognuno esiste il proprio cammino, con le proprie esperienze di rinascita, lo vedremo strada facendo.

Ti saluto con un dono, dedicami ancora qualche minuto, segui il video qui sopra per sviluppare una respirazione consapevole e profonda.

Con affetto

Eleonora 💖

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